Preneste nella storia

Palestrina, l’antica “Preneste”, città le cui origini sono presumibilmente antecedenti alla fondazione di Roma. L’insediamento umano sul monte risale almeno a 5000 anni fà, come testano le mura pelasgiche, dagli enormi massi squadrati e composti l’uno sull’altro senza malta  o legamenti. Tracce di vita che risalgono al paleolitico superiore attestano che gli aborigeni erano sulle montagne ove fù edificata ” l’alta Preneste”  (Virgilio) o in “montibus” come dice Servio. Notizie storiche dicono che già nel XV secolo a.Cristo Preneste è occupata dai Siculi  e già possedeva un venerato Tempio consacrato alla Dea della Fecondità ( da “Claudio Eliano Prenestino una vita tra le nuvole” di Agapito Rossi).

Già nel VII secolo a.Cristo l’antica “Preneste” presentava, per il tempo,  elevate caratteristiche  della vita  dei suoi cittadini. Il ritrovamento presso Palestrina de “la Fibula Prenestina”, una spilla in oro della metà del VII secolo a.Cristo che, oltre che essere meravigliosamente eccellente nelle sue fattezze realizzative,  reca su di essa  un’iscrizione in latino arcaico, considerata il più antico documento scritto in lingua latina. L’incisione riportata sulla spilla  dice ” MANIOS MED FHE FHAKED NUMASIOI” altrimenti in latino classico ” MANIUS ME FECIT NUMERIO” ( Manio mi fece per Numerio).

Restava sempre custode di  una religiosità che andava via via imponendosi, adattando gli antichi culti alle credenze dei misteriosi Etruschi e dei colti Greci, così che il complesso sacro che custodiva divenne per i Latini ciò che Delfo era per i Greci.

In Preneste si adorava ” Sorsuna” ( da cui poi Fortuna nella cruda pronuncia dei Prenestini), cioè la “Sors”, la “Tukè”, il Caso Primigenio; in una parola la ” Causa causauram” che Cicerone invoca in morte.   Tale presenza, nota nel mondo conosciuto, dando vita ad un continuo flusso di pellegrini di diversa etnia  ha determinato la nemesi storica della città dandogli un forte connotato  cosmopolita.

Una città così ricca ed indifesa, con l’oscurarsi dei tempi attirò al saccheggio i barbari ed i Saraceni. Tali scorrerire costrinsero i cittadini a trasmigrare nella parte alta della città, fra le oramai rovine del Tempio sulle, quali iniziarono l’edificazione del nucleo cittadino esistente.

La città riprende vigore, slancio ed interesse quando diventa feudo dei Colonna. E’ Francesco Colonna, figura di principe rinascimentale, che fà costruire l’emiciclo superiore del vecchio tempio( già palazzo Colonna, Barberini e oggi sede del Museo nazionale di Palestrina).

Le vestigia storiche sono state vieppiù abbellite in virtù dei natali che la città di Palestrina ha dato a Giovanni Pierluigi da Palestrina , insigne musicista del 16° secolo, fra i più grandi interpreti di musica sacra del Rinascimento, tanto da essere insignito del titolo di ” Principe della Musica .   SEGUE…