Antonio PINCI

Antonio Pinci

Nato a Palestrina verso il 1865-70. Era figlio di Lorenzo Pinci, modesto calzolaio e sagrestano della Confraternita del SS.Sacramento.
Dopo aver frequentato gli studi in seminario in qualità di alunno esterno, trovò lavoro nel laboratorio di legatoria del sig.Rodolfo Lena a C.so Pierluigi. Dotato di una bellissima voce da tenore, fece parte per diversi anni del coro della Cappella della Cattedrale diretto dal Maestro avv. Ernesto Pinci.
Per questa sua qualità, di cui menava un non malcelato vanto, era soprannominato Mascagni. Fù per un certo periodo, anche segretario del collegio Cultorem Martyrum come risulta dalla relazione sulla lapide eretta dal Comune di Castel S.Pietro Romano in onore di Fra Jacopone da Todi nel 1906.
Si trasferì, non si sa bene quando, a Roma dove si sposò in età piuttosto matura e visse con i proventi di un suo piccolo negozio.
A Roma, nel 1922 pubblicò “ Rime rustiche, sonetti e favole originali in dialetto prenestino” presso la Tipografia Rossi.
Non avendo avuto figli fu, con il passare del tempo, quasi completamente dimenticato al punto che solo pochi prenestini ne conservarono il ricordo .
Attraverso le poesie di Antonio Pinci si ha un affresco completo della vita e degli avvenimenti di Palestrina. Si riscopre attraverso la lettura tutto il colore della Palestrina di fine Ottocento, con le sue vie strette ed i proverbiali scaloni; con i caffè del centro e le numerose chiesuole di campagna. Nulla sfugge all’occhio attento del poeta che in vivide immagini rievoca le feste (laiche e religiose) della tradizione locale; osserva il dirompente avanzare del progresso esprimendo (nelle poesie “La ferovia” e “La luce letrica”) con malcelata ironia per la nostalgia ed il rimpianto per il tempo che se ne va.
( Note da “Una città viva nel tempo” di Lepoldo,Peppino e Pio Tomassi )

Li Villeggianti

Nelle poesie di Antonio Pinci l’affetto vivo per il paese traspare continuamente ed anima più di qualche sonetto tra i più graziosi. Ne “Li villeggianti “ l’autore descrive in chiave ironica e bonaria, non senza una recondita soddisfazione, data dalla cordialità e l’accoglienza che la città riserva a questi villeggianti che arrivano magri da far paura ed in pochi giorni acquistano uno stato di benessere da far invidia.

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Li villegianti di Antonio Pinci l

CHE LLI MANCA ?!….

In questo sonetto Antonio Pinci ci racconta la preoccupazione di una madre che non riesce ad accasare la propria figlia Nena anche se si presenta come un buon partito.

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Che lli manca ?!… di Antonio Pinci I

TE SI’ MMARITATA ?

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta uno spaccato della considerazione delle donnette popolane semplici di Palestrina che avevano del matrimonio ed in particolare del futuro marito.

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Te si’mmaritata ? di Antonio Pinci I

CHE ZOZZONA !

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive le amare riflessioni di un marito il quale solo dopo il matrimonio capisce i difetti della moglie sia nell’incapacità manifesta di essere casalinga sia nella poca propensione della stessa alla pulizia personale.

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Che zozzona! di Antonio Pinci I

 LA LETTERA

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive in poche battute l’impegno di un padre che tramite lettera rende edotta la figliola, in servizio presso la famiglia del sor Pio a Roma, dei fatti a loro più interessanti accaduti nel periodo di assenza della figliola dalla famiglia d’origine, annunciandogli anche la spedizione di vettovagliamenti di prima necessità.

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La lettera di Antonio Pinci I

 LO PITTORE E LLA SERVA

In questo sonetto Antonio Pinci ci racconta la disavventura , presunta, che capita ad una giovane palestrinese che và a servizio a Roma nello studio di un pittore. La ragazza è tanto semplice che ha un senso di rifiuto nel vedere questo ambiente “osè” per cui non accetta il lavoro ritenendo anche il pittore uno sporcaccione .

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Lo pittore e lla serva di Antonio Pinci I

La Socera alla Nora

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta l’eterno scontro di interessi fra la madre dello sposo , socera, e la moglie , nora, dovuto alle critiche dell’una rispetto alle presunte pretese dell’altra.

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La Socera alla Nora A Pinci

La Nora alla Socera

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta la successiva riflessione inviperita della moglie , nora, rispetto alle critiche ed alle presunte ingerenze della madre del marito, socera

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La Nora alla Socera A Pinci

 Primo e mmo

In questa poesie Antonio Pinci fa riferimento alle vestigia storiche del Tempio pagano della Fortuna Primigenia, che era noto nell’antichità, ma che durante la vita del poeta era ancora nascosto dalle abitazioni che nel tempo vi erano state sopraedificate. Fù in seguito alla distruzione di detti quartieri, conseguenza dei ripetuti bombardamenti su Palestrina della seconda guerra mondiale, che i resti dell’antico tempio furono riportati alla luce e resi visitabili.

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Primo e mmo di Antonio Pinci l

L’ANTICA PRENESTE

In questo sonetto di Antonio Pinci traspare tutto l’orgoglio dell’autore di essere figlio di una città dalle vestigia storiche e monumentali conosciute in tutto il mondo antico. Ricca di storia e di reperti archeologici che la datano più antica della stessa Roma .

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L’antica Preneste di Antonio Pinci l

‘NA CUCCAGNA!…

In questo sonetto, peraltro in dialetto romanesco, di Antonio Pinci traspare l’orgoglio di appartenenza alla sua città stante le complimentose parole raccolte dal racconto che ne fà un villeggiante romano .

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‘Na cuccagna di Antonio Pinci l

ME TTE RECORDO !…

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive una scenetta popolare nella quale una donnetta si rivolge ad una sua paesana che, essendo emigrata a Roma, quando viene al paese si dà le arie da signora piena di boria, ricordandogli i suoi trascorsi paesani.

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Me tte recordo di Antonio Pinci l

VO’ LI SIGNURI …

In questo sonetto Antonio Pinci ci racconta dei consigli che una madre rivolge alla figlia la quale non decide, o non si accontenta, tra i giovanotti che la prendere in moglie e per questo rischia di restare zitella.

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Vo li signuri di Antonio Pinci l

TIENNO ‘N CORE!…

In questo sonetto Antonio Pinci ci fa riflettere su una realtà non certo singolare per cui una vecchina ringrazia infinitamente una donna, non certo ricca, che divide con lei anche quel poco che ha. Mentre alcuni che ne avrebbero anche in avanzo non soltanto non aiuterebbero nessuno ma sono cosi biechi e cattivi che ti toglierebbero pure ciò che hai addosso.

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Tienno ‘n core di Antonio Pinci l

STA A FFA’ LO CHILO

In questo sonetto Antonio Pinci riscopre la comicità di alcune situazioni nelle quali la non conoscenza dell’italiano può dare un’immagine distorta dell’azione che si compie. E’ il caso di questa donna che non conoscendo il termine medico di chilo, capisce che il medico è impegnato al bagno per un bisogno di tale peso.

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Sta a ffà lo chilo di Antonio Pinci l

M’HA DATO ALL’ANIMA

In questo sonetto Antonio Pinci ci racconta la tragicomica situazione di un uomo che nel corso dell’anno è soggetto a diversi lutti familiari, ma quello che lo addolora di più è senz’altro la morte del maiale che non potrà vendere più alla fiera.

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M’ha dato all’anima di Antonio Pinci l

ME FA RAJA’ !

In questo sonetto Antonio Pinci ci racconta lo scontro verbale di una madre rivolto al figlio che non è sicuramente molto rispettoso nell’eseguire coscientemente le richieste della stessa madre .

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Me fà rajà di Antonio Pinci l

VIENNO PE’ VINO !

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive un siparietto legato alla visita dei signori che vengono a Palestrina con la scusa di visitare le mura antiche ed il museo e che, poi, finiscono la giornata puntualmente all’osteria .

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Vienno pe’ vino di Antonio Pinci l

LE SCALI CORTE

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive un dialogo fra un turista inglese che chiede lumi su la scalinata ad anfiteatro che porta al museo, ed un paesano sempliciotto che travisa le parole e dà delle risposte ancor più strane per il turista .

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Le scali corte di Antonio Pinci l

 LO CICERONE

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive la proposta avanzata da un cittadino di Palestrina, presunta guida turistica, ad un turista inglese il quale, alle sue insistenze, risponde che non vuole cicerone.

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Il cicerone di Antonio Pinci l

LO STENNARDO

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta il colloquio che una paesana ha con una sua comare alla quale racconta dello scampato pericolo che gli è accorso mentre seguiva la processione della sera precedente.

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Lo stennardo di Antonio Pinci l

LO MOSAICO

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta il mosaico nilotico presente presso il Museo Nazionale Prenestino dove è rappresentata la vita che si svolgeva lungo il corso del Nilo e gli animali conosciuti che vi vivevano .

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Il mosaico di Antonio Pinci l

DA ODIENZA A MMI

In questo sonetto Antonio Pinci ci racconta delle raccomandazioni di una madre rivolte alla figlia che vuole andare a servizio a Roma: gli fa presente che le donne di servizio sono apprezzate quanto le fusaglie che vende “Frafra”.

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Da odienza a mmi di Antonio Pinci l

L’ARTE PPIU’ RICCA

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta il dilemma di un genitore che deve indirizzare il figlio, un po’ sfaticato, verso la scelta di un lavoro che sia garanzia anche di un buon reddito .

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L’arte ppiù ricca di Antonio Pinci l

LO SUOGNO DE MARGHERITA

In questo sonetto Antonio Pinci presenta una mamma che nell’interpretare un sogno della figlia, ancora inesperta, la rende consapevole che gli uomini sono buoni e cari nella fase di innamoramento, ma, poi, dopo il matrimonio rivelano i loro peggiori vizi .

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Lo suogno de Margherita di Antonio Pinci l

LA LENGUA DELLE FEMMENE

In questo sonetto Antonio Pinci fa una riflessione salace sul fatto che è umanamente impossibile il contro battere le donne perché hanno una lingua smisuratamente lunga .

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La lengua delle femmene di Antonio Pinci l

CHE BBELLO SOMARO !…

In questo sonetto Antonio Pinci ci riporta al tempo dei “ carillons” a manovella che giravano, specialmente nelle belle giornate primaverili, nei vari borghi paesani riportando una nota di colore ed allegria dopo la noia invernale .

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Che bbello somaro di Antonio Pinci l

FOSSE SUCCIESSO A MMI !..

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive una scena del vissuto quotidiano del popolino al passaggio delle prime automobili. E’ il racconto di un piccolo incidente accorso lungo la via detta “ selciata” appunto al passaggio di una automobile. Annunziata, presente al fatto, racconta a Rosa l’accaduto e lo commenta.

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Fosse succiesso a mmi di Antonio Pinci l

LA CITAZZIONE

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive le garbate giustificazioni che avanza un’affittuaria anziana al proprietario della casa che l’ha denunciata per morosità.

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La citazzione di Antonio Pinci l

LO PECCATO D’ADAMO

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta il racconto di un padre che fa al figlio Pietro della vicenda biblica sulle disavventure che subiscono Adamo ed Eva in seguito della loro disubbidienza a Dio. La vicenda viene descritta , vedi l’uccisione di Abele da parte di Caino, con immagini ed allocazioni a loro contemporanee.

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Lo peccato d’Adamo di Antonio Pinci l

REMEDDIO SECURO….

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive le cure alternative alle quali si dovrebbe sottoporre un signore affetto da forti dolori di schiena ormai da molto tempo.

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Remeddio securo di Antonio Pinci l

GNA TTE CURO IO

In questo sonetto Antonio Pinci ci racconta la vicenda che vede coinvolto il veterinario condotto al quale si rivolge un signore affetto da una infezione, di sicura origine animale per la quale i medici locali hanno scarsa dimestichezza.

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Gna tte curo io di Antonio Pinci l

MARIUCCETTA E LLO VETRINARIO

In questo sonetto Antonio Pinci ci racconta la vicenda che vede coinvolto sempre il veterinario condotto al quale si rivolge la signora Mariuccia perché ha il maiale che non sta bene però, parlando in dialetto, ha difficoltà a far capire al dottore la gravità della cosa.

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Mariuccetta e llo vetrinario di Antonio Pinci l

LI CAFFE’ DE ROMA

In questo sonetto Antonio Pinci ci racconta l’avventura comica accaduta ad un sempliciotto di Palestrina quando entra per la prima volta in un Caffè di Roma, nei pressi di Porta Pia e rimane colpito dagli arredi di lusso presenti e dalla varietà di scelta proposta.

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Li caffe’ de Roma di Antonio Pinci l

LO MORTICIELLO

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta il dolore di una mamma che ha perso il figlio non ancora settenne. La sua disperazione ed ilo suo dolore aumenta quando descrive le molte qualità e pregi del bambino stesso.

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Lo morticiello di Antonio Pinci l

PRIMAVERA

Di questo sonetto c’è poco da interpretare. L’autore Antonio Pinci ci trasmette la bellezza, i profumi ed i suoni della primavera.

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Primavera di Antonio Pinci l

NUN LO SVIGLIA’

Questo sonetto è una lirica che Antonio Pinci dedica al pupetto che dorme pacioso e tranquillo e mentre dorme sorride come se stesse scherzando con gli angeli.

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Nun lo sviglià di Antonio Pinci l

LA GGELOSIA

Una volta le scenate di gelosia, fra innamorati, si esternavano con le offese verbali, diversamente dai tempi odierni ave spesso si esagera anche nella violenza fisica. Antonio Pinci in questo sonetto ci descrive lo spaccato popolare di una scenata di gelosia fra fidanzati.

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La ggelosia io di Antonio Pinci l

LA SERA DE CARNIVALE

Una volta l’anno è lecito impazzire: massima che ci è stata tramandata dagli antichi filosofi greci. Ebbene in questo sonetto Antonio Pinci giustifica così il protagonista di una sonora sbornia : la sera di Carnevale anche le intemperanze sono permesse.

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La sera de carnivale di Antonio Pinci l

LA VENNEGNA

La vita bucolica torna a farsi sentire in modo prepotente in questo sonetto ove Antonio Pinci esalta la bellezza e la gioia delle giornate passate in campagna nel periodo della vendemmia .

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La vennegna di Antonio Pinci l

LA SERENATA

Non poteva mancare un sonetto dedicato alla serenata che l’innamorato fa all’innamorata. In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta il gioco dei ruoli per cui l’innamorato insegue l’innamorata: lui la cerca e lei si nasconde , non si lascia raggiungere, ride nel vederlo soffrire, anche se lo desidera ardentemente.

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La serenata di Antonio Pinci l

ME FA’ MORI’ !..

Eccolo qui un bel sonetto dedicato ancora agli innamorati passionali. Antonio Pinci descrive le bellezze della donna amata ed i patimenti dello spasimante al quale lei pur desiderata non si concede.

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Me fa’ mori’ di Antonio Pinci l

NUN ME NE SCORDO MMAI!…

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta la disperazione di un innamorato abbandonato il quale ricorda il bel tempo passato ed i dolci momenti vissuti con la donna amata.

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Nun me ne scordo mmai di Antonio Pinci l

LA DOTA

L’incontro fra la domanda e l’offerta: questo è in sintesi il tema del sonetto che Antonio Pinci dedica al contratto di matrimonio fra suocero e futuro genero che ha per tema “la dote” ovvero la disponibilità economica appannaggio della futura sposa.

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La dota 1 di Antonio Pinci l

 ‘N TE LAMENTA’!

Una situazione fra il comico ed il ridicolo è quanto ci presenta Antonio Pinci in questo sonetto cui descrive la lamentazione di un signore che si ritiene molestato dal fato solo perché un cane gli ha bagnato i pantaloni.

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‘N te lamenta’! di Antonio Pinci l

SO’ ‘GNORANTE

L’ignoranza è una brutta malattia; specialmente quando questa è riferita alla mancata scolarizzazione. In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive la pochezza di un tizio per il quale l’ignoranza formativa ne determina la rovina sia fisica che mentale.

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So’ ‘gnorante di Antonio Pinci l

MAMMA

Un bel sonetto che Antonio Pinci dedica alle mamme : una poesia di sentimento ed amore verso la mamma quale riferimento unico ed insostituibile per ogn’uno di noi.

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Mamma di Antonio Pinci l

PASQUA

In questo sonetto Antonio Pinci ci ricorda la Pasqua di Gesù Redentore che vincendo la morte ha trionfato sul male. Dando all’umanità la gioia della Pace quale cosa più bella non c’è al mondo.

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Pasqua di Antonio Pinci l

LO MONUMENTO A G. PIERLUIGGI

In questo sonetto Antonio Pinci applaude alla realizzazione, anche se dopo troppo tempo, del monumento a Giovanni Pierluigi, principe della musica sacra. Monumento allocato al centro di piazza Regina Margherita.

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Lo monumento a Giov.Pierluiggi Antonio Pinci

LA FIERA DE SAN MARTINO

In questo sonetto Antonio Pinci ci fa rivivere una scenetta, ormai inconsueta , che si svolgeva frequentemente nelle fiere e nei mercati cittadini. Il rituale della contrattazione commerciale fra venditore ed acquirente per giungere ad un costo soddisfacente per ambedue i contraenti.

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La fiera de San Martino di Antonio Pinci

LA STRACCIARA

In questo sonetto Antonio Pinci ci riporta la trattativa fra la popolana prenestina e la stracciarola ciociara che nel ritirare gli stracci vecchi offre in cambio della fettuccia passamano. La popolana ritiene che sia troppo poco e per questo pensa ad un tentativo di raggiro.

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La stracciara di Antonio Pinci l

MINCHIONA TUTTI

Questo è un sonetto di costume nel quale Antonio Pinci descrive la figura del provincialotto tutto pieno di se il quale critica pesantemente chiunque sottolineandone presunti difetti e non si accorge delle sue pecche.

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Minchiona tutti di Antonio Pinci l

SEMO TUTT’UGUALI

Questo sonetto Antonio Pinci lo dedica alla legge che istituisce il diritto di voto per tutti gli uomini maggiorenni a prescindere dal ceto sociale o dal titolo di studio.

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Semo tutt’uguali di Antonio Pinci

CHE PPACIENZA !…

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive la delusione di Cesare nei confronti della moglie la quale si è presentata come persona tutta casa e chiesa, buona buona , e dopo il matrimonio si è rivelata un soggetto odioso ed irascibile.

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Che ppacienza di Antonio Pinci

LI GGIOCARELLI

Come spendevano la paghetta i figli cento anni fa Antonio Pinci ce lo racconta in questo sonetto. Certo sapendo in cosa spendono oggi i soldi gli adolescenti , forse le lamentele della mamma, citata nel sonetto, avrebbero meno motivo di essere

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Li ggiocarelli di Antonio Pinci

LA LUCE LETRICA

Un bel sonetto nel quale Antonio Pinci ricorda la bellezza e l’utilità dell’illuminazione elettrica rispetto ai vecchi lampioni. Soltanto si rimpiange quell’intimità garantita agli innamorati le sere d’estate al buio.

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La luce letrica di Antonio Pinci

SO’ PPEGGIO DELLI FARISEI

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta un quadretto poco edificante dato l’atteggiamento litigioso ed irriverente che alcune donne assumevano anche in chiesa: il tutto, poi, per futili motivi.

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So’ ppeggio delli farisei di Antonio Pinci

LA FEROVIA

Un sonetto nel quale Antonio Pinci ricorda la bellezza e l’utilità delle conquiste tecnologiche. Nel contempo si pone nella difensiva critica nei confronti della novella ferrovia che non gli ispira troppa fiducia.

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La ferovia di Antonio Pinci

VATTE A FIDA’ !…

Un bel sonetto nel quale Antonio Pinci con una lungimiranza centennale anticipa il matrimonio gay : ovvero ciò che all’epoca era un fatto a dir poco accidentale oggi è una procedura regolarizzata dalla normativa legale.

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Vatte a fida’ di Antonio Pinci

LO MESE ACCANT’A ABBRILE

Un sonetto nel quale Antonio Pinci ci rammenta la discontinuità atmosferica del mese di Marzo che sembra faccia coppia con la volubilità della fase lunare.

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Lo mese accant’a abbrile di Antonio Pinci

LA PATACCA

In questo sonetto Antonio Pinci scherza un pochino con la presunta dabbenaggine della gente di provincia. Difatti il cittadino, Paino, pensa di aver trovato nel paesano il pollo a cui rifilare una patacca per una moneta autentica: in questo caso il provinciale non si lascia ingannare.

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La patacca di Antonio Pinci

CHE BBRUTTA RAZZA!…

Anche in questo sonetto Antonio Pinci scherza un pochino con la spontaneità e l’ingenuità della gente semplice di paese. Questo è il caso di una donnetta che resta sbalordita per il gesto spavaldo e ignorante di un tizio, un fornaio, che con l’inganno e senza remore gli mostra le sue nudità.

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Che brutta razza di Antonio Pinci

FIGLIO DOCE!…

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive il dolore che prova una madre che si vede riportare a casa il figlio moribondo perché accoltellato per futili motivi.

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Figlio doce di Antonio Pinci

LO MARTIRIO DE SANT’AGABBITO

Questo sonetto Antonio Pinci lo dedica a Sant’Agapito patrono della città di Palestrina facendone una cronistoria del suo martirio e della sua morte, che lo hanno fatto assurgere agli altari della santificazione.

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Lo martirio de San’Agabbito di Antonio Pinci

LA VOCAZZIONE

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive, in maniera anche ironica, il commento di una madre che si ritrova un figlio con la vocazione al sacerdozio.

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La vocazione Antonio Pinci

LA CCHIESOLA DELLI FRATI

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive la pace e la felicità che riempie l’animo di una donna che, nei momenti di sconforto, si reca a pregare e meditare all’interno della chiesetta dei Frati.

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La cchiesola delli frati di Antonio Pinci

LO SORDATO SCONOSCIUTO

Questo sonetto Antonio Pinci lo dedica all’arrivo del feretro del milite ignoto , il giorno 4 novembre 1921, in Roma per la sua tumulazione presso l’Altare della Patria. Ci fa rivivere le emozioni che ha provato chi era presente all’avvenimento; avvenimento di tale maestosità e grandezza da ritenerlo unico ed irripetibile per tutta la vita.

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Lo sordato sconosciuto di Antonio Pinci l

ATRO CHE FRATE !…

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive lo goffaggine di alcuni soggetti che vorrebbero apparire quello che non sono . Tant’è vero che Domenico si comporta esternamente come un ispirato frate che non disdegna, però, le grazie femminili.

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Atro che frate di Antonio Pinci

LA BEFANA

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive le sue reminiscenze fanciullesche quando si attendeva, forse anche timorosi, la Befana che riempiva la calza appesa al camino.Per gli adulti non è più tempo di Befana ma quantomeno si spera che non si ripresentino più le carestie, le guerre e la famigerata influenza degli anni ’20 detta “La spagnola”.

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La befana di Antonio Pinci

LO SERMONE

Questo sonetto Antonio Pinci lo dedica alla nascita del Bambino Gesù la notte del Santo Natale. Ci descrive una bella immagine da presepe francescano compresa la visita al Bambino Gesù dei Re Magi .

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Lo sermone di Antonio Pinci l

ALLO CAFFE’ LA SERA DE SANT’AGABBITO

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive, in maniera piuttosto ironica, il comportamento alquanto irriverente e provinciale proprio di quei soggetti che non frequentando assiduamente i tavoli dei caffè , quando vi mette piede, in occasione delle feste padronali, ne rimarcano tutta la loro ignoranza.

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Allo caffè la sera de Sant’Agabbito di Antonio Pinci

LA FESTA DELLO PROTETTORE

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive la festa del Santo Patrono della città di Palestrina, Sant’Agapito. Festa dalle caratteristiche ancora attuali tanto che si ripete sempre bella, ricca ed immutata nel tempo

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La festa dello protettore di Antonio Pinci

BBUONO CAPPONE MIO !…

Ecco un sonetto nel quale Antonio Pinci ci descrive la rabbia e lo sdegno di una donnetta del paese alla quale hanno rubato l’ennesimo cappone. La rabbia si esaurisce tutta nell’augurare all’autore del furto le peggiori disgrazie corporali.

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Bbuono cappone mio di Antonio Pinci

CHI LA VO’ COTTA …

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive la solita tiritera delle persone che non sono mai contente di nulla e quindi trovano da ridire e da lamentarsi di tutto, in primis le stagioni .

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Chi la vo’ cotta di Antonio Pinci l

… CHI LA VO’ CRUDA

In questo sonetto Antonio Pinci replica con la tiritera di chi la vuole cruda ovvero delle persone che non sono soddisfatte dell’inverso per cui trovano da lamentarsi e da ridire delle stesse cose viste da opposta angolazione.

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…Chi la vo’ cruda di Antonio Pinci

LO PAPA NUOVO

In occasione dell’elezione di papa Pio XI avvenuta il 6 febbraio 1922, Antonio Pinci ci lascia questo sonetto nel quale ne fa una descrizione oltre che ammirata, idilliaca e piena di speranza.

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Lo papa nuovo di Antonio Pinci

SE TTE LLI METTO IO!…

( Dialetto prenestino- toscano ) In questo sonetto Antonio Pinci gioca nel confrontare il dialetto predestino ed il dialetto toscano nel descrivere il battibecco fra un brigadiere dei carabinieri ed un ubriaco che canta e schiamazza di notte .

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Se tte lli metto io Antonio Pinci l

‘N SE RECONOSCE PPIU’ !…

In questo sonetto Antonio Pinci ci presenta la preoccupazione di una madre che molto preoccupata perché la propria figliola si è ammalata e lei non ne comprende la causa. Era una ragazza bella e robusta ed ora è talmente magra da non stare in piedi .

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‘N se reconosce ppiù di Antonio Pinci l

LO LOPE

Tutto il mondo è paese, come si suol dire, in questo sonetto Antonio Pinci ci descive la vicenda comune a tutte le mamme quando la mattina debbono sollecitare i figli per andare a scuola . Le provano tutte non ultima quella del lupo cattivo .

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Lo lope di Antonio Pinci l

LA BBIASTEMA

In questo sonetto Antonio Pinci ci rappresenta lo scadimento dei costumi popolari anche nel parlare. Questo viene sottolineto dal fatto che si eccede in linguaggi pieni di bestemmie e parole sconce. Cose non usate e non tollerate in periodi precedenti .

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La bbiastema di Antonio Pinci l

VUONNO VOTA’ !…

In questo sonetto Antonio Pinci, nella malaugurata ipotesi che venga approvata la legge che riconosce il diritto di voto alle donne, teme che la Camera dei deputati, Montecitorio, si trasformi in un ambiente di chiacchierone simile al lavatoio pubblico detto “la Refota” di Palestrina.

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Vuonno vota’ di Antonio Pinci l

PIGLIA MUOGLIE !…

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive, in chiave ironica, il consiglio che un paesano dà ad un suo compagno scapolo per indurlo a prendere moglie.

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Piglia muoglie di Antonio Pinci l

LO RETRATTO

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive la reazione, scanzonata ma decisa, di una mamma previdente all’offerta di un pittore il quale con la scusa di voler ritrarre la di lei figlia, la sollecitava perché la mandasse al suo studio.

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Lo retratto di Antonio Pinci l

LA COMMARE

In questo sonetto Antonio Pinci ci descrive la delusione e la rabbia di una persona la quale gentilmente si è prestata nel fare da madrina di cresima ad una bambina e per ciò deve subire le critiche e le lamentele in merito ai regali che gli ha elargito.

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La commare di Antonio Pinci l

LO REOPRANO

Anche al tempo di Antonio Pinci la nuovo tecnolgia aveva difficoltà ad affermarsi. Difatti in questo sonetto l’autore descrive tutta la diffidenza che gli ispira questa nuova invenzione che è l’aereoplano .

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Lo reoprano di Antonio Pinci l

LA GGITA DE PEPPE A ROMA

In questo sonetto Antonio Pinci descrive l’avventurosa gita di Peppe a Roma. Dove il cafone Peppe scopre un mondo a lui sconosciuto dove tutto è grande, bello, organizzato , pulito ed ordinato. Rimane talmente colpito e stupefatto che non si permette , nel mettersi a dormire, di utilizzare il letto della locanda perché ha timore di sporcare la biancheria con cui era stato predisposto .

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La ggita de peppe a roma di Antonio Pinci

LA FESTA DE NATALE

Questo sonetto Antonio Pinci lo dedica alla festa di Natale tracciandone una immagine poetica di fede, amore e pace. Non tralasciando la gioia e la bellezza di viverlo in famiglia.

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La festa de Natale di Antonio Pinci

ER GATTO DENTISTA

Questo sonetto di Antonio Pinci è in dialetto romanesco molto probabilmente scritto nel periodo della sua emigrazione nel comune di Roma. Viene descritta la disavventura di un gatto dentista che nell’ingordigia di mangiare un topo viene a sua volta mangiato da un cane .

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Er gatto dentista di Antonio Pinci